venerdì 13 gennaio 2023
RUSSIAN CLASSICAL BALLET
LA BELLA ADDORMENTATA
Balletto in due atti
Musiche Petr Ilich Tchaikovsky
Coreografia Marius Petipa
Russian Classical Ballet
diretto da Evgeniya Bespalova
PREZZI BIGLIETTO da € 34//27,50//20,50
LO SPETTACOLO E’ ACQUISTABILE ANCHE IN ABBONAMENTO
Storia di un balletto
Secondo, per cronologia di composizione, dei tre balletti di Pëtr Il’ič Čajkovskij, è stato rappresentato nel 1890 presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, Russia: il successo fu immediato…
Il libretto fu scritto interamente dal principe e sovrintendente dei Teatri Imperiali di San Pietroburgo, Ivan Vsevoložskij, la coreografia venne affidata a Marius Petipa.
Il 13 maggio 1888, l’allora direttore dei teatri imperiali Ivan Vsevoložskij scrisse a Čajkovskij riguardo alla propria idea di allestire un nuovo balletto, basato sulla fiaba di Charles Perrault de La bella addormentata, proponendo al compositore di scriverne la musica.
La passione di Vsevoložskij per l’epoca di Luigi XIV, portò il direttore a concepire lo scenario nello stile dei balletto di corte del XVII secolo: la coreografia del balletto dunque, che secondo Vsevoložskij doveva divenire l’opera più importante dei teatri imperiali e del repertorio pietroburghese, fu affidata al pluridecorato Marius Petipa, già coreografo di numerosi e famosi balletti. Questi divenne poi anche coautore del libretto, insieme appunto al direttore.
La prova generale avvenne in presenza dello zar Alessandro III e la prima ebbe luogo il 15 gennaio 1890 presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo: la direzione orchestrale fu di Riccardo Drigo, protagonista l’italiana Carlotta Brianza (nel ruolo di Aurora) accanto al russo Pavel Gerdt (nel ruolo del Principe Desiré).
Bisogna aspettare però il 1896 perché il balletto giunga in Italia, al Teatro alla Scala di Milano: l’allestimento milanese fu anche il primo allestimento ad essere eseguito al di fuori della scena pietroburghese. Solo nel 1899 arrivò al Teatro Bol’šoj di Mosca.
La prima del balletto ricevette riconoscimenti più favorevoli de Il lago dei cigni da parte della stampa, ma Čajkovskij non ebbe mai la soddisfazione di vedere il suo lavoro diventare un successo immediato nei teatri al di fuori della Russia. Morì nel 1893. Nel 1903, La bella addormentata è stato il secondo balletto più popolare nel repertorio del Balletto Imperiale (La figlia del Faraone di Petipa/Pugni era il primo), essendo stato eseguito 200 volte in soli 10 anni.
La produzione montata alla Scala di Milano nel 1896 ebbe più di ventiquattro repliche e anche quella prodotta dai Balletti Russi nel 1921 a Londra ottenne ampi consensi. Nel 1999 il Balletto del Mariinskij ricostruì la produzione del 1899 curata da Aleksandr Gorskij, con le riproduzioni di scene e costumi. Anche se la produzione di Kirov del 1951 di Konstantin Sergeev è disponibile su DVD/Video, la versione del 1999 “autentica” è disponibile solo in brevi estratti a partire dal 2007.
La bella addormentata è il balletto più lungo di Čajkovskij, della durata di quasi quattro ore a piena lunghezza – contando anche gli intervalli. Senza pause (come appare su diversi set di CD), dura quasi tre ore. È quasi sempre tagliato.
Alla première lo zar Alessandro III convocò Čajkovskij nel palco imperiale. Lo Zar fece la semplice osservazione Bellissimo, che sembra abbia irritato il compositore, che probabilmente si aspettava un responso più favorevole.
La Bella Addormentata
Alla corte del re Florestano viene indetta una festa per il battesimo della principessa Aurora: vengono invitati cavalieri, dame e le fate buone del regno, che portano con loro doni per la principessa. Tra gli invitati però manca la malvagia fata Carabosse, non presente nella lista; per vendicarsi, nonostante le suppliche della corte, la fata getta una maledizione alla piccola: al sedicesimo anno di età, la principessa morirà pungendosi con un fuso. La fata dei Lillà però, non avendo ancora fatto il suo regalo, decide di modificare la maledizione: questa infatti alla puntura non morirà, ma sprofonderà solamente in un lunghissimo sonno, che coinvolgerà tutta la corte e che avrà fine solamente grazie al bacio di un giovane principe.
Nel castello si festeggia il sedicesimo anno di età della principessa, dopo che ogni fuso è stato bandito dal regno e il suo uso vietato severamente.
Aurora appare e, corteggiata da quattro pretendenti che arrivano da quattro rispettivi continenti, balla con i quattro principi (il famoso Adagio della Rosa): le varie danze di corte distolgono l’attenzione del pubblico e così la fata Carabosse, travestita da vecchia mendicante, porge un fuso alla principessa.
Incuriosita dall’oggetto mai visto, Aurora tocca la punta del fuso e sviene: la fata dei Lillà interviene e ricordando il suo dono, trasforma la morte in sonno.
Gli invitati si addormentano e il castello viene avvolto da rovi e circondato da un fitto bosco.
Trascorrono cento anni e, in una radura nei pressi del castello ancora avvolto dai rovi, una compagnia di nobili è presa in una battuta di caccia, allietandosi nel fitto bosco con pic-nic e danze.
Tra questi è presente anche il principe Desiré. A un certo punto, l’atmosfera cambia e appare la fata dei Lillà, che in un sogno conduce il principe da Aurora, avvisandolo dell’accaduto. La visione di questa splendida principessa fa innamorare il giovane principe. Finito il sogno, il principe si dirige al castello incantato. Scena Seconda: il principe riesce ad entrare nel castello e, trovata la principessa, le dà un bacio, spezzando l’incantesimo; la corte allora si risveglia e le danze ricominciano; il principe potrà ora sposare la principessa Aurora.
C’è una grande festa al castello e tra gli invitati compaiono l’Uccello azzurro e la principessa Florine; compaiono anche molti dei personaggi delle fiabe di Perrault (Il gatto con gli stivali e la gatta bianca, Cenerentola e il Principe Fortuné, Cappuccetto rosso e il lupo).
I due promessi sposi danzano, in un celebre passo a due, alla reggia di Florestano, e con loro anche tutti gli invitati in onore del futuro re e della futura regina.
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